Ricostruzione: Caos totale nella interpretazione delle ordinanze

Società incaricate per l’approvazione dei progetti pur di dimostrarsi virtuose per far risparmiare allo Stato il più possibile applicano le interpretazioni più restrittive delle varie normative, che spesso sono in conflitto tra loro.

I tecnici liberi professionisti che stanno redigendo i progetti sono sempre più disorientati e ancora non si intravede una uniformità interpretativa, e tantomeno si sta consolidando una giurisprudenza tecnica di riferimento.

Di conseguenza una domanda a molti è venuta spontanea. Perché non è stato adottato il modello tecnico-procedurale di ricostruzione del terremoto Marche - Umbria?
Una perplessità più che lecita.

E a chi si giustifica obiettando che in quella ricostruzione sono stati sperperati molti soldi pubblici concedendoli anche a edifici che non erano seriamente danneggiati si può rispondere così: il modello umbro-marchigiano, era basato sulla parametrizzazione dell’indennizzo del danno. Parametrizzazione che scaturiva dalla definizione del “Livello di danno” (L1,…,L5) ottenuto dall’incrocio tra la vulnerabilità sismica dell’edificio ed il suo stato di danno. Tale parametro era poi rapportato alla destinazione d’uso ed alla tipologia di fabbricato. In definitiva questo metodo è risultato agevole e chiaro. Se non altro ha avuto modo di perfezionarsi nella lunga esperienza di ricostruzione. Se è vero che questo modello è risultato troppo accessibile sarebbe bastato fare una semplicissima modifica, cioè limitare l’accesso al finanziamento ai soli edifici con livello di danno maggiore di L2, (magari lasciando agli immobili meno danneggiati (L1) l’accesso ad un contributo minimo, come sta avvenendo per le “A” di questa ricostruzione).
Probabilmente si è peccato di superbia e di troppa autosufficienza snobbando a piè pari l’esperienza decennale dell’ultima grande ricostruzione sismica italiana.


San Ginesio (MC), 17/12/2010

Arch. Giuseppe Bocci

1 commento:

  1. In riferimento al post pubblichiamo una mail che ci è pervenuta in studio e che riteniamo interessante.
    "Giorni fa navigando su internet e precisamente sulla stampa locale abruzzese ho letto un articolo che riguardava la costituzione e l'approvazione da parte delle istituzioni locali degli aggregati per il comune e le frazioni di L'aquila. Questo cosa significa che le direttive per la costituzione di questi aggregati esistono solo per il comune del L'aquila e per gli altri comuni no? Ma le direttive da rispettare non sono uguali per tutti i comuni interessati dal terremoto!
    Cosa significa che ogni comune emana un decreto con leggi e regole personalizzate!
    Mi sembrava di aver appreso da più parti che le direttive nate per il comune del L'Aquila dovevano essere valide anche per gli altri comuni più piccoli. Questo non mi sembra perchè da quanto ho capito dall'ultimo sua E Mail il comune di Barisciano ancora non ha emesso nessuna direttiva al riguardo e si prevedono tempi lunghissimi per la costituzione degli aggregati per poi partire con la ricostruzione.
    Ci sono novità ? Ma il comune di Barisciano cosa stà facendo ? Praticamente niente perchè è passato quasi due anni dal brutto evento e tutto è ancora come due anni fà. Sentendo anche il parere degli abitanti di Barisciano e frazioni sono tutti disperati e disorientati per la continua assenza delle istituzioni locali. Sapete i motivi di questa assenza delle istituzioni locali e dei suoi rappresentanti.
    Vi chiedo scusa per lo sfogo Cordiali Saluti."

    La nostra RISPOSTA:
    Tutti i Comuni sono allo stesso modo sulla “stessa barca”, se mi consente questa affermazione! Per quanto riguarda la nostra comunicazione del “Caos totale sulla interpretazione delle Ordinanze”, questa non si riferiva solo ed elusivamente al Comune di Barisciano, ma riguarda tutti alla stessa maniera. E su questo caos normativo ci sono già Associazioni di professionisti e cittadini ed Ordini professionali che si stanno muovendo per chiedere chiarezza ed una legge ad hoc per la ricostruzione.
    L’articolo che lei ha letto sulla costituzione ed approvazione da parte delle istituzioni locali degli aggregati, riguarda quegli aggregati che stanno fuori dai Centri Storici di L’Aquila e fuori dai Centri Storici delle Frazioni dell’Aquila, che possono costituirsi in Consorzio. Questa cosa vale anche per quegli aggregati (se ci sono), fuori dai centri Storici di tutti i Paesi e Frazioni di Paesi nel cratere, così come per Barisciano e quindi Picenze.
    Le ricordo che San Martino di Picenze, [...] è individuata, così come da Ordinanza n. 9/2010 del 13.09.2010 del Sindaco del Comune di Barisciano, all’interno della perimetrazione del Centro Storico, e come lei ben saprà, i Centri Storici di tutti i Paesi del cratere , e di tutte le Frazioni, hanno un iter più lungo rispetto agli aggregati fuori dai centri storici, in quanto si deve attendere il Piano di Ricostruzione, che ha valenza urbanistica, senza la quale non si potrebbe procedere alla progettazione.
    Per quanto riguarda in modo specifico il Comune di Barisciano (che sta nella stessa posizione di tutti i Comuni del cratere, compresa L’Aquila), nonostante il caos normativo generale non se se ne sta di certo con le mani in mano, visto che comunque le cose devono andare avanti. Per i Centri Storici, i tecnici incaricati, insieme ai proprietari degli immobili hanno presentato le proposte di aggregato [...]il Comune le sta valutando, cercando di fare il più possibile chiarezza sulle situazioni delle proprietà [....], e sta preparando le richieste di integrazioni in merito alle proposte presentate. Poi da qui alla costituzione dei consorzi e quindi al Piano di Ricostruzione e alla presentazione dei progetti, avverrà tutto consecutivamente con i tempi che ci vorranno e che sono in parte stabiliti per legge. Così è per L’Aquila, per Barisciano e per tutti i Comuni nel cratere.
    Sperando di essere riusciti a chiarirle un po’ la situazione, rimanendo sempre a disposizione per qualsiasi dubbio lei possa avere, le porgo i miei saluti.

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